Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha partecipato alla Direzione nazionale della CNA.
L’iniziativa è stata aperta dal presidente della Confederazione, Dario Costantini, che ha presentato un dossier sui temi più “caldi” per artigiani e piccole imprese al ministro, punto di riferimento centrale di queste categorie. In particolare, Costantini ha indicato cinque priorità: incentivi, sostegni agli investimenti, accesso al credito, export e Made in Italy, automotive. E ha ricordato, anche se la materia non è direttamente riferibile al ministero delle Imprese, come sia necessario un rapido intervento governativo sui bonus edilizi che consenta a perlomeno 40mila imprese di evitare la chiusura per avere rispettato delle leggi statali.
Il ministro Urso ha esordito spiegando che questo è il primo di una lunga serie d’incontri: il Governo vuole riscrivere la politica industriale italiana, latitante da trent’anni, e in quest’opera vuole confrontarsi con le forze produttive per arrivare a una conferenza finale entro un anno. Quindi Urso ha messo in risalto il ruolo di artigiani e piccole imprese nel sistema Paese, elementi di forza in questa fase di deglobalizzazione: grazie a loro e alla loro flessibilità l’Italia ha mostrato maggiore resilienza nella crisi ed è guardata con ammirazione all’estero.
Il ministro ha poi annunciato una serie di riforme basilari per ridisegnare l’economia italiana, a partire dalla riforma degli incentivi, una jungla di circa 2mila opzioni nella quale le imprese devono districarsi, e dal disegno di legge sul Made in Italy, da presentare in aprile per valorizzare questa unicità mondiale e difenderla da concorrenza sleale e contraffazione.
Oltre che in Italia è a Bruxelles che il ministro punta la sua azione, anche per ribaltare la visione molto ideologica sulle tecnologie delle istituzioni europee, che il nostro Paese contesta perché favorevole alla neutralità tecnologica. Ma Urso è ottimista. Da una parte è convinto che il prossimo Parlamento europeo e la prossima Commissione rimetteranno in discussione molti assiomi ideologici emersi in questa legislatura. Dall’altro che la rinascita della “cortina di ferro” spingerà l’Europa a guardare al Mediterraneo, restituendo centralità all’Italia.
A tirare le conclusioni il segretario generale della CNA, Otello Gregorini, che ha messo in rilievo tre punti. Prima di tutto, nelle battaglie che condurrà in Europa il ministro avrà al suo fianco la CNA e le proprie strutture. Quindi, ha risollevato la questione dei bonus edilizi che è cruciale per le piccole imprese e per tutto il sistema produttivo. Infine, che bisogna ribaltare un paradigma purtroppo consolidato: i provvedimenti si costruiscono sulle grandi imprese e poi le piccole devono adeguarsi. Ma se le piccole sono l’ossatura del sistema produttivo – ha concluso – sono sulle piccole che i provvedimenti, legislativi in primis, vanno tarati.